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Capoterra: le spiagge, la cultura, la storia

Capoterra si trova a 10 minuti da Cagliari, in direzione della costa occidentale.

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Il centro abitato dista 4 chilometri dal mare, a ridosso di monti suggestivi, meta alternativa di molti turisti. La spiaggia locale, ampia ed affacciata sul mare aperto, è una delle tappe obbligate di tutti gi amanti del kite surf: dotata di tutte le comodità, compreso un centro commerciale a poca distanza, ha una spaziosa area destinata alla sosta dei veicoli, separata da essa da una folta siepe naturale.

Il fondo sabbioso, limpido e livellato permette ai bambini di giocare nell'acqua in estrema sicurezza.

Continuando verso la costa occidentale, si giunge agevolmente a Pula, ed alla spiaggia di Nora, con il famoso sito archeologico.

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Le spiagge

La Maddalena: a soli 5 km dalla struttura si trova la spiaggia della Maddalena, meta del turismo locale, dove è possibile trascorrere tranquille giornate e consumare infiniti bagni di sole e mare nella sicurezza di un costante controllo di servizio bagnino.

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La spiaggia è attrezzata di una piccola struttura ricettiva dove poter consumare pasti veloci con servizio bar e di prima colazione e alla sera musica dal vivo e cocktail party.

È possibile inoltre il noleggio di sdraie ed ombrelloni, nonché prenotarsi per lezioni di wind surf o kite surf.

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Le altre spiagge

Nora: l'incantevole, anche se piccola, spiaggia di Nora è collegata all'antica città di Nora, collocata su un promontorio, il capo di Pula, separato dalla terraferma da un istmo che si estende in due punte: Sa Punta e Su Coloru, ad est la Punta del Coltellazzo, di fronte all'isoletta omonima.

L'area è dominata dalla torre spagnola del Coltellazzo, in una posizione di grande valore paesaggistico.

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Le testimonianze della città fenicio-punica sono state in parte coperte o cancellate dalla sistemazione della città avvenuta in età romana. Le strutture oggi visibili sono, infatti, pertinenti in prevalenza proprio alla fase romana del sito.

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Chia: nella Sardegna del Sud si trova il Basso Sulcis, a soli 40 minuti da Cagliari, verso ovest, con i suoi tesori naturali, tra i più suggestivi del mar mediterraneo.

Chia è immersa nel silenzio, nella tranquillità e gode di un mare come non l'avete mai visto. La macchia mediterranea abitata da rara fauna selvatica e caratterizzata da una estesa aerea umida, dimora fissa del fenicottero rosa.

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E non solo: sono comunque innumerevoli le splendide spiagge che si possono comodamente raggiungere, con alcuni minuti di auto, da Capoterra. Ad esempio, Costa Rei, Cala Campana, Villasimius.

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La cultura: cucina tipica

La cucina sarda è la cucina tradizionale della Sardegna, variegata e ricca di sapori, caratterizzata dall'insularità e dalla cultura agropastorale, originale e semplice allo stesso tempo, si è arricchita durante la sua lunga storia attraverso apporti esterni provenienti da contatti e scambi con diverse culture mediterranee.

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Le carni arrostite, il pane, i formaggi e i vini sono i suoi cardini, insieme a piatti di mare e di terra, sia di derivazione contadina che pastorale, di cacciagione, di pesca e di raccolta di erbe spontanee.

La storia

Dalle colline più alte della fascia montana che fa da corona alla zona pianeggiante del braccio occidentale del Golfo degli Angeli, si estende il territorio che prende il nome di Caputerra.

Il paese di Capoterra dista circa 17 km da Cagliari. Situato tra mare (a sud il lido di Maddalena Spiaggia), montagna e laguna (laguna di S. Gilla), è principalmente un paese agricolo e pastorale, che solo in tempi recenti sta sviluppando, grazie anche alla sua posizione geografica, un turismo prima inaspettato. Notevole è la sua crescita demografica degli ultimi 50 anni.

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Importanti nella sua storia e tradizione, sono le chiese di S. Efisio (patrono del paese - 15 gennaio), S. Barbara e San Gerolamo. Le ultime situate nei pressi del paese sono una delle mete della manifestazione "Monumenti Aperti".

Tra i personaggi nati in questo luogo ricordiamo Sergio Atzeni (scrittore).

Capoterra ospita insediamenti umani da tempi lontanissimi. All'epoca nuragica risale l'officina litica ed il nuraghe, di cui non resta traccia, della zona di Cuccuru Ibba. Altri ruderi di epoca nuragica sono stati ritrovati nelle colline attorno a Baccutinghinu, dove si trova il Nuraghe di Monti Arrubiu. Altre strutture facenti pensare all'antica dislocazione di nuraghi si trovano nelle zone di Is Antiogus e Is Cuccureddus.

All'epoca punica (V e IV secolo a.C.) risale l'insediamento scoperto nella zona di Su Loi.

L'antico nome della regione, Caputerra, deriva certamente dal latino Caput Terrae, quindi risalente all'epoca romana. Nel periodo romano l'insediamento era localizzato non distante dalla zona litoranea e in prossimità dello stagno. I ritrovamenti fanno pensare che l'abitato sorgesse in località Tanca sa Canna.

La Caput Terrae romana è da alcuni studiosi considerata un oppidum.

In epoca giudicale Capoterra divenne una villa della Curatoria di Nora. Nel 1107 Caput Terrae venne donata, insieme ad altri territori, dal giudice Torchitor de Lacon alla Chiesa di S. Lorenzo di Genova. Nel 1120 Caput Terrae ritornerà a far parte del Giudicato di Cagliari.

Dopo la capitolazione di Santa Igia il giudicato di Cagliari passò sotto il controllo di Pisa. Nel 1288 i pisani, dopo la sconfitta navale della Meloria, firmarono la pace con Genova, ma non la rispettarono, fatto che costrinse i Genovesi a reagire con azioni violente, fra le quali una di queste interessò anche la zona di Capoterra.

In seguito il territorio e il villaggio di Capoterra passarono, per motivi di matrimonio, sotto il controllo di Mariano II d'Arborea.

Dopo la conquista aragonese della Sardegna i pisani scelsero il litorale di Capoterra per un massiccio sbarco di truppe contro l'offensiva militare dell'infante Alfonso. Il 26 febbraio 1324 gli oltre 1200 cavalieri sbarcati nel porto di Maddalena ingaggiarono una cruenta battaglia con gli eserciti dell'infante Alfonso nella zona di Lutocisterna. Ma i pisani subirono una dura sconfitta.

In seguito ai contrasti tra il re d'Aragona Pietro IV e il Giudice sardo, intorno all'anno 1353 Capoterra fu incendiata e distrutta dagli uomini del capitano aragonese Berrengario Carroz.

Il villaggio rimarrà disabitato per oltre tre secoli.

Il territorio disabitato di Capoterra fu ripopolato dal barone Girolamo Torrelas nel 1655. Il periodo non era certo favorevolissimo a causa di un'epidemia di peste che in quegli anni imperversava in Sardegna. Il primo nucleo di case fu chiamato Villa Sant'Efisio in onore al Santo per il quale si era riacceso un particolare interesse nell'isola.

Poco si sa dei primi abitanti del nuovo centro Villa S. Efisio.

Si dice che il paese fondato da Torrelas era inizialmente abitato dai servi e dai familiari dello stesso barone. In breve crebbe e si ingrossò di profughi degli altri paesi, specie dal Logudoro e dalla Gallura. Molti storici sostengono infatti che i primi abitanti di Capoterra provenivano dalla Sardegna settentrionale su invito di don Girolamo d'Aragal e Cervellion, che concesse loro delle "buone condizioni" per sfuggire alle "vendette" che piagavano l'isola. Non erano dunque degli stinchi di santo.

Capoterra divenne presto un rifugio per chi aveva pendenze con la giustizia minore e intendeva iniziare una nuova esistenza. Probabilmente i primi abitanti erano abili nell'uso delle armi e pronti a difendersi dagli attacchi dei corsari Mori.

Guarda la proposta turistica relativa al centro storico di Capoterra nella pagina dedicata.

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